I grandi spettacoli hanno bisogno di grandi teatri. Lo spettacolo che la compagnia Bologna regalava agli spettatori tifosi era tale da meritare un impianto come il Littoriale. Era questo il nome originario del Renato Dall’Ara: il primo stadio in Italia ad essere costruito per iniziativa pubblica, voluto fortemente da Leandro Arpinati, all’epoca gerarca fascista di primo piano, podestà di Bologna e sottosegretario al Ministero degli Interni. Per reperire i fondi necessari ci fu una vera e propria raccolta tra cittadini e istituzioni, anche e probabilmente più che una donazione spontanea si trattò di un versamento forzoso nelle casse del progetto.
Arpinati creò altri iniziative di edilizia celebrativa a Bologna, tra le quali l’ippodromo dell’Arcoveggio, ma il Littoriale fu la prima opera per importanza e innovazione. I lavori furono molto rapidi: ne giugno del 1925 re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra, e il 29 maggio 1927 ci fu l’innaugurazione con la partita Italia Spagna vinta dagli azzurri per 2-0 davanti a 55.000 spettatori. Prima dell’apertura ufficiale, nel 1926, Mussolini si presentò in sella a un cavallo bianco, ricevendo come omaggio una statua equstre che campeggiò sopra il settore distinti prima di essere abbatuta e rimossa nel 1943.
Il complesso del Littoriale non era un semplice stadio per le partite di calciocome già ne esistevano in Italia: seguendo la filosofia fascista del primato agonistico e della cura del corpo come veicolo per l’affermazione dell’intera società italiana era una vera e propria cittadella dello sport, con piscine coperte, campi da tennis e pista di atletica. Era tra i più grandi e completi in Europa, e si distingueva per l’uso del calcestruzzo e per soluzioni architettoniche di avanguardia che ancora oggi dimostrano grande personalità. Il progetto fu affidato all’architetto vignolese Umberto Costanzini (1897-1968) direttore dell’ufficio tecnico della Casa del Fascio, che lavorò insieme all’architetto piacentino Giulio Ulisdsa Arata (1881-1962) al quale si deve la Torre di Maratona.
Il complesso venne molto utilizzato anche per mostre, rassegne e manifestazioni e naturalmente per il calcio. Per questo nuovo teatro il Bologna Calcio lasciò l’impianto dello Sterlino per esibirsi su un palcoscenico di grande impatto e prestigio internazionale, proprio nel periodo delle grandi vittorie dei rossoblù. In questo stadio furono ospitate anche le partite delle coppe europee che il Bologna, prima squadra in Italia, vinse a cominciare dalla Coppa Europea Centrale del 1932. Qui vinse la serie di scudetti che segnò la fine degli anni ’20 e gli anni ’30 e che fecero del Bologna il famoso squadrone che …tremare il mondo fa…
Lo stadio fu tra quelli che ospitarono le partite del Mondiale del 1934, vinto dall’Italia allenata da Vittorio Pozzo e che aveva in squadra anche i bolognesi Schiavio e Monzeglio.
Dopo la seconda guerra mondiale lo stadio prende il nome di Comunale, per poi essere intitolato nel 1983 a Renato dall’Ara, presidente del Bologna per ben trent’anni a partire dal 1934. Ancora oggi questo è il teatro del Bologna FC ancora molto amato malgrado oggi ci si orienti verso impianti piccoli, raccolti e di elevata accoglienza. Inoltre gli aggiornamenti voluti per il Mondiale del 1990 non hanno giovato alla sobria imponenza del vecchio Littoriale, che malgrado la goffa imbragatura esterna lascia ancora vedere le tracce di disegno armonico e coerente di tutta la grande struttura.